Bencivelli Silvia - 2019 - Sospettosi by Bencivelli Silvia

Bencivelli Silvia - 2019 - Sospettosi by Bencivelli Silvia

autore:Bencivelli Silvia [Bencivelli Silvia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Commentary & Opinion
ISBN: 9788858431306
Google: I6-WDwAAQBAJ
editore: Einaudi
pubblicato: 2019-05-13T21:00:00+00:00


La buona ricerca.

Esiste buona ricerca in campo alimentare? Sí, ovviamente. Bisogna però fare alcune distinzioni.

L’alimento cosí com’è indicato nella lista di Ioannidis, e anche il cioccolato, si colloca a metà strada tra il nutriente (la proteina, lo zucchero, la vitamina…) e la dieta (la combinazione di piú alimenti in un contesto ampio, le nostre abitudini generali).

Parlare di dieta in termini scientifici si può fare seriamente, e lo si fa dagli anni Cinquanta. Non so se sia necessario precisarlo, ma quando lo si fa seriamente non ci si avvicina nemmeno un po’ alle cosiddette «popular diets», sponsorizzate da «influencer», modelli, attori e cantanti, che promettono di far dimagrire o campare centovent’anni. Non si parla di diete del sedano, del cavernicolo, della Cina di una volta, del bibitone visto in tv. Si parla di studi di popolazione in cui si ragiona, grosso modo, sulla prevalenza delle proteine animali sulle vegetali o del contrario. E di conseguenza si discute di percentuali di certi tipi di alimenti sul totale delle abitudini alimentari generali.

Perché, in generale, quello che si può dire con un buon grado di sicurezza si riassume in poche righe. Uno: se ci interessa prevenire molte malattie e sperare di vivere bene e abbastanza a lungo, mangiare poco è meglio che mangiare tanto (ma entro un certo limite, perché mangiare troppo poco o mangiare senza certi nutrienti è sicuramente dannoso). Due: con lo stesso obiettivo di cui sopra, mangiare verdure è meglio che mangiare carne (ma le proteine animali a certe categorie di persone servono davvero, come i bambini, e comunque entro un certo limite non fanno male a nessuno). Tre: troppo zucchero fa male, i grassi in eccesso anche, l’alcol nemmeno a parlarne.

Ora: con tutto questo non si vendono biscotti né alimenti esotici. E poi, siccome si parla di una dieta caloricamente contenuta e ricca di verdure, dal punto di vista del marketing alimentare siamo quasi al fallimento.

Per di piú è un messaggio profondamente francescano, poco allegro, anzi quasi triste, difficile da vestire di emozioni come fa la pubblicità degli alimenti bio-natural-ipersani, senza glutine e senza zuccheri aggiunti, che è capace di venderci con queste parole anche una carota.

Questo fronte della questione direi che possiamo chiuderlo. Torniamo all’alimento. Dalla parte opposta, cioè volendo scomporre la cosa in componenti piú piccoli dell’alimento, ci sono i singoli nutrienti. Cioè: non la carota di cui sopra, o il cioccolato, ma le vitamine e le sostanze che la compongono.

A studiare nel piccolo dell’alimentazione si comincia negli anni Sessanta, dalle sostanze potenzialmente tossiche. Comincia lí la crescita della nostra sicurezza alimentare che oggi, in Europa, viaggia su standard decisamente alti. Intanto si diffonde nelle famiglie italiane il frigorifero: a lui e alla scoperta di altri metodi di conservazione degli alimenti (conservazione significa sostanzialmente sterilizzazione, quindi abbattimento di batteri, muffe e funghi che contaminano e deteriorano l’alimento e possono essere tossici e perfino cancerogeni) dobbiamo il calo drastico di molte malattie e dei tumori allo stomaco a cui abbiamo assistito nel corso del secolo passato.

Però, siccome siamo sempre



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